SUPER ALBO
PERCORSO | FUMETTI ITALIANI DOPOGUERRA Ed. Spada |
EDITORE | Edizioni Fratelli Spada |
NAZIONE | |
ANNO | 1962 |
NOTE | LA COLLANA SUPER ALBO DEI FRATELLI SPADA
Verso la fine del 1961, i Fratelli Spada di Ciampino, presso Roma, che già da tempo stampavano gran parte della produzione delle Edizioni “La Freccia” di Mario Nerbini, a causa di una prolungata insolvenza di quest’ultimo, in sostanza ne subentrarono in qualità di editori, acquisendo la proprietà editoriale di gran parte delle collane che sino a quel momento avevano solo stampato. Tra queste vi era anche quella dei Super Albi, nati come supplementi delle collane Avventure Americane e Il Vascello. Questa collana stampava in un formato più grande e a colori le storie più belle dei due personaggi di punta della Nerbini, e cioè L’Uomo Mascherato e Mandrake, due comic-strip ideate dalla mente geniale di Lee Falk alla metà degli anni Trenta. La particolarità, che i Fratelli Spada pensarono bene di riproporre, era quella dell’alternanza dei due personaggi: all’Uomo Mascharato i numeri dispari ed a Mandrake quelli pari. Investiti di questo nuovo ruolo di editori, i Fratelli Spada ovviamente si sentirono maggiormente coinvolti ed iniziarono una serie di miglioramenti che via via fecero, soprattutto di questa collana (che era quella “di punta”), la più bella vetrina che mai sia apparsa nelle edicole italiane dedicata ai due personaggi ideati da Lee Falk. A questo successo contribuirono vari fattori. In primo luogo, e dopo una fase di avviamento post-nerbiniana, la volontà di pubblicare storie originali, e possibilmente complete. Queste iniziarono a comparire circa dopo una ventina di numeri, cioè una volta esaurito il materiale già predisposto da Nerbini, che era in gran parte “lucidato” (cioè ricalcato) dalle vecchie storie delle quali non si disponeva (perché non si voleva pagare) delle patinate originali da parte della King Features Syndicate di New York. Nerbini in questo senso era stato un autentico “predone”, perché dopo aver pagato “una tantum” i diritti d’autore nel corso della seconda metà degli anni Trenta, nel dopoguerra, aveva continuato a ristampare le vecchie storie oppure a lucidare quelle più recenti da albi francesi o dai quotidiani americani che in qualche modo si procurava, ma sempre senza pagare nulla alla King. Spada, invece, capì subito che se voleva avere materiale di buona qualità doveva riallacciare i rapporti con la proprietà dei diritti di riproduzione. E così fece. Secondo. Una volta acquisiti i diritti, avendo cioè davanti a sé un grande archivio nel quale pescare, i Fratelli Spada, “per primi”, ebbero l’idea di dare ordine a quel grande ammasso di storie, piuttosto che stamparle in “ordine sparso”. Insomma, introdussero il concetto di “edizione cronologica”, certo in questo aiutati (e forse anche imbeccati) da alcuni collezionisti illuminati, tra i quali citerei Franco Grillo (poi tra i fondati dell’ANAF) che fu sempre molto vicino, anzi (da quello che intuivo dai suoi racconti) una sorta di “spina nel fianco” per Giuseppe Spada. Ma per giungere a questo ci volle un po’ di tempo, diciamo una cinquantina di numeri, cioè per stendere un elenco cronologico (che allora non esisteva) e poi iniziare il reperimento delle storie e programmarne l’uscita. Dopo di ché, sotto al titolo dell’albo iniziarono a comparire quelle diciture che a molti sembravano “criptiche”: 7ª avventura, 11ª avventura, e così via, ma che poi si rivelarono informazioni preziosissime per mettere in ordine l’evoluzione dei personaggi, in ciò aiutati anche da ulteriori dati che comparivano all’inizio della storia, anche qui sotto al titolo: “strisce giornaliere dal… al…”, oppure “tavole domenicali dal… al…”. A noi ragazzini che volevamo solo leggere i racconti poco ci dicevano quei dati, se non che quella storia, ad esempio, era del 1939, e quell’altra del 1955, ecc. In seguito, però, riprendendo in mano quelli albi con “occhi nuovi”, tutto andò ad incastrarsi in un disegno preciso. E bravi i Fratelli Spada… Diciamo, riguardo alle cronologie, che per prima fu avviata quella de L’Uomo Mascherato, mentre per Mandrake si dovettero attendere un altro centinaio di numeri, cioè verso il n° 150 per poter leggere le prime storie del personaggio, cioè quelle del 1934. Terzo. Un altro fattore che via via decretò il successo della collana furono le strepitose copertine di Mario Caria, un disegnatore sardo che una volta giunto a Roma in cerca di lavoro, dopo un breve apprendistato, scoprì la sua vera strada, cioè il “copertinista”. Spada, da Nerbini, non aveva acquisito solo la proprietà delle collane, ma, diciamo, si era pure preso in carico tutto il caravanserraglio dei collaboratori grafici che, settimana dopo settimana, dovevano dare un’immagine alla storia che giungeva in edicola, magari cercando di farla notare più delle altre. Gli albi Nerbini, nel momento di passaggio a Spada, erano illustrati da due-tre copertinisti che si alternavano: Tullo, Mirabella e Carretti, cui poi si aggiunsero appunto Caria e Ferri (Germano, non Gallieno, che poi disegnerà Zagor). E diciamo che quest’ultimi, poi, si rivelarono molto più dotati dei loro predecessori. Lo stile era quello diciamo “d’uso” presso tutte le case editrici, e cioè di un disegno “in linea” che era poi colorato a tinte piatte in tipografia. E così fu anche per i Super Albi Spada, almeno sino al n° 33. Ma quando il n° 34, una storia di Mandrake, apparve nelle edicole, fu veramente un “pugno nell’occhio” (che poi era il titolo di una vecchia rivista di pubblicità!), perché quella copertina si vedeva dall’altra parte della strada! Insomma Caria, introdusse la copertina “plastica”, cioè non più disegnata, ma dipinta, a colori ed a mezzo tono (quindi con luci ed ombre, mezzi-toni, cioè “volume”) come un vero e proprio quadro artistico. E tutto cambiò. Da quel momento i Super Albi (ma anche le altre collane), divennero il “regno” di Caria che segnò indelebilmente una stagione non solo delle Edizioni Spada, ma del fumetto italiano. Quarto, ed ultimo. Bisogna infine riconoscere ai Fratelli Spada che ad un certo punto fecero crescere una scuola di disegnatori che realizzarono (specie per le collane minori) una notevole mole di storie che poi furono anche esportate. Storie, spesso, di grande qualità.
I dati tecnici. La collana Super Albi di Spada perpetuò quanto avviato dalle Edizioni La Freccia, e cioè la formula dell’alternanza dei personaggi: a L’Uomo Mascherato i numeri dispari ed a Mandrake i numeri pari. Il n° 1 uscì il 10 gennaio del 1962 e si proseguì con la formula di cui sopra sino al n° 158 (del 10 ottobre 1965) con periodicità prima quindicinale, poi quattordicinale (dal n° 13) e infine settimanale (dal n° 38). Giunti quindi al n° 158 la collana si sdoppiò in due, sempre con le stesse caratteristiche tipografiche e di formato: da una parte proseguì il Superalbo, dedicato però solo a L’Uomo Mascherato e con numerazione progressiva, mentre, dall’altra, s’introdusse la dicitura “Special”, dove si stamparono invece le avventure di Mandrake (anche qui con numerazione progressiva). Questa denominazione fu, in pratica, una scelta di “comodo”, perché già dal 1963 i Fratelli Spada, con la ragione sociale di Editions des Remparts, a Lione, pubblicavano i Super Albi in Francia, solo che oltralpe gli avevano chiamati “Special” (e comunque si stampavano a Roma). I nuovi Super Albi e Special divennero quattordicinali, però uscendo alternati di fatto la cadenza dell’uno o dell’altro era settimanale. Dei primi ne uscirono 35 (dal 159 al 193) e dei secondi 37 (dal 158 al 194 del 26 febbraio 1967, che è anche l’ultimo albo uscito). In totale gli albi pubblicati furono 230. La collana trovò poi un’ideale prosecuzione in quella denominata “I Giganti” (vedi), che però durò pochissimo (14 numeri). I tempi, ed i gusti, erano cambiati. I fumetti neri ed erotici avevano fatto la differenza ed un mago o un paladino della giungla non incantavano più come una volta.
Maurizio Scudiero
Il prezzo di copertina è di Lire 100 sino al n° 52 e quindi di Lire 120 sino a fine collana. Dal n° 1 al n° 25 in copertina sono dichiarate 68 pagine (includendo cioè anche la copertina), poi il “grido” scompare. Con il n° 26 (del 1° gennaio 1963) i caratteri di testata cambiano da un bastone ad un Times. La paginazione è sempre di 64 pagine + copertina tranne alcuni numeri speciali che per necessità narrative (storie molto lunghe e la volontà di non spezzarle in più numeri – come invece è stato poi fatto in altri casi) hanno una paginazione più corposa pur mantenedo inalterato il prezzo di copertina. In particolare: - 68 pp. il n° 63 - 72 pp. i nn. 57, 58, 64 e 70 - 76 pp. + 4 pp. non num. il n° 61 - 80 pp. i nn. 53, 55, 57, 65, 66 e 68
MS
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