Agli inizi del 1945 (la “Guida al Fumetto Italiano” dice 1° gennaio, ma non vi è evidenza sugli albi di questa data, e il primo episodio datato è il quarto, “12-1945”) lo storico editore Nerbini si riaffaccia sulla scena per tentare di togliere, con un po’ di svago, i ragazzi dall’angoscia di una guerra non ancora conclusa. L’Italia è divisa in due, e la mappa delle “riprese editoriali” segue grossomodo l’avanzata degli alleati nella penisola: da sud a nord. Roma e Firenze, già libere nel corso del 1944, avevano iniziato a riorganizzarsi e Nerbini decide di riportare in edicola i suoi cavalli di battaglia di dieci anni prima: L’Uomo Mascherato, Mandrake, Jim della Giungla, Radio Pattuglia, Lone Ranger e l’Ispettore Wade. Seguirà, un anno dopo, Gordon, e quindi Cino e Franco (1947). Questa volta non si tratta di rinverdire i fasti de “L’Avventuroso”, il mitico giornale, in quanto l’Editore Capriotti a Roma lo ha bruciato sul tempo proponendo la formula del giornale con un titolo quasi uguale: “L’Avventura”. E dunque Nerbini lancia una collana di albi orizzontali che intitola “Albi Grandi Avventure”, una collana fatta apposta per far diventare matti i collezionisti a rincorrere le numerazioni delle serie che s’incrociano.

La pubblicazione è figlia del suo tempo, vale a dire contrassegnata da una gran confusione di periodicità e serie che s’intrecciano, numerazioni che si azzerano e poi ripartono. Si tratta di albi che ripropongono il classico formato orizzontale d’anteguerra, ma più piccolo (la carta scarseggia), composti mediamente di sedici pagine più copertina (ma nei primi due numeri la storia inizia in seconda di copertina e finisce in terza di copertina). Quest’ultima, specie nei primi albi, riprende quasi testualmente quelle d’anteguerra disegnate da Giove Toppi.

Maurizio Scudiero